
Stamani non ho voglia di fare nulla.
Ho faticato a mettere giù i piedi dal letto, sarei voluta rimanere a casa , un po’ come quando andavo a scuola e mi fingevo malata perché non avevo studiato.
Invece eccomi qua… colazione preparata , doccia fatta , figli nutriti , vestiti , profumati , consegnati a scuola , sorriso al tabaccaio , convenevoli al bar , arrivo in ufficio e mi butto sul divano.
Quanto mi piace questo divano.
È in pelle nera , è comodo e avvolgente, lo uso spesso per ricaricare le pile dopo un consulto difficile.
Vorrei rimanere qui tutto il giorno e lasciarmi andare alla pigrizia.
Una volta ci ho fatto l’amore su questo divano, mescolando birra sigarette e carne.
Forse la piccola è stata concepita proprio qui.
Mentre sorrido tra me e me arriva la mia assistente.
“ Che è quel sorrisetto languido?”
“Niente , niente … pensavo a una cosa … mi porti un caffè doppio per favore? Oggi non carburo , forse sto covando l’influenza.”
“ Arriva subito, riprenditi perché tra poco arriva una cliente nuova , ha preso appuntamento con me ieri sera quando sei andata a fare la spesa “.
Mmmm… proprio oggi che avevo bisogno di un po’ di tranquillità , i nuovi clienti richiedono attenzione e delicatezza ma anche una buona concentrazione.
Devo farmi coraggio , ma indugio sui pensieri peccaminosi che questo divano evoca.
Arriva il caffè.
Mi alzo controvoglia.
“ Sei sicura di star bene? Vuoi un cioccolatino che ti tiri su?”
“ Lo sai che sono a dieta , però si… portami un cioccolatino va.. ho bisogno di energie “
Mi siedo alla scrivania , prendo il caffè doppio , il profumo mi riempie le narici , e subito la mente si attiva.
Arrivano i cioccolatini.
“ Però sei cattiva.. me ne dovevi portare uno , non tutta la scatola , lo sai che non so resistere .”
“ Ma dai… se il tuo corpo ti chiede la cioccolata è perché ne ha bisogno, tu ti ascolti troppo poco amica mia , mangia serena e lasciati coccolare che ne hai bisogno “.
In effetti non sono una fanatica del dolce , prediligo il salato , ma ne ho proprio voglia , cioccolato fondente, con ripieno di amarene, ne mangio uno , poi un’altro.. e un’altro ancora .. basta , li metto nel cassetto , ma ne voglio ancora , l’ultimo lo giuro..
Ok.. ora va meglio, mi sento più energica.
Sistemo la scrivania , preparo le carte e già che ci sono faccio un giro per me , per vedere come va.. mi fido sempre delle carte.
Dal mazzo escono solo carte buone.
C’è un po’ di tensione ma piccoli scazzi che passano in fretta .
Lavoro ok.
Amore anche.
Salute altalenante , ma sarebbe difficile stare bene avendo due figli in età scolastica che prendono ogni microbo che gira.
Raccolgo le carte e le posiziono sul tavolo in attesa dell’incontro.
Sento il campanello.
Sta arrivando.
Mi alzo per andarla ad accogliere.
Una signora dall’aria cordiale.
Piccola , rotondetta, occhi azzurri come i cieli di primavera e la piega appena fatta.
Sorride un po’ imbarazzata.
Mi stringe energicamente la mano.
“ Buongiorno cara , ho tanto sentito parlare di lei dalla mia vicina , mi racconta sempre delle vostre telefonate, “Aurora dice questo , Aurora mi ha consigliato di fare così “ , Aurora cara… io credo di aver bisogno di un aiuto.”
“ Venga… si accomodi..”
Sono già stordita dalla mitraglia di parole che ha pronunciato senza prendere fiato.
“ Posso offrirle un caffè? “
“ No grazie cara , ho l’ipertenzione e il caffè lo prendo la mattina con il latte “
“ Un cioccolatino?”
Si illumina , gli occhi diventano vispi.
“ Non dovrei .. però sono golosa e non so resistere .”
Prendo dal cassetto le praline del demonio , ne ho già mangiati quattro e ne voglio ancora.
Luisa , questo è il suo nome , si siede , si accomoda e attacca la confezione di cioccolatini , ha le mani delicate , dita sottili e smalto trasparente, pelle chiara , due fedi nuziali all’anulare , credo sia vedova.
Ne scarta uno e se lo mette di corsa in bocca.
Sembra una bambina che sta facendo qualcosa di nascosto.
Chiude gli occhi mentre lo assapora e senza aver finito di masticare ne prende un’altro.
Mi mette di buon umore questa signora.
Il suo approccio al dolce mi svela molto di lei.
“ Veniamo a noi cara , tolga i cioccolatini altrimenti li mangio tutti e oltre a sembrare maleducata dovrò passare la serata sulla cyclette.”
Io resisto , non ne mangio un’altro.
Li ripongo nel cassetto.
Sorrido , la capisco… odio fare sport.
“ Dunque , io ho un problema , vediamo se in due possiamo venirne a capo , perché da sola non ce la faccio , non si preoccupi cara , non è un problema grande però non posso raccontarlo a nessuno, è una cosa delicata .”
“ Sono qui per questo , sono qui per lei , facciamo un giro di carte e vediamo cosa esce.”
Prendo il mio mazzo, inizio a mischiare .
“ Mi dia uno stop quando si sente pronta.”
Passa qualche secondo prima di ricevere risposta.
“ Destra, sinistra o centro?”.
“Centro… meglio rimanere nel mezzo.”
Dispongo le carte , lei mi osserva curiosa giocando con gli anelli al dito , è un po’ nervosa.
“Che vede cara? Che vede??”.
La ammonisco con lo sguardo.
“Mi scusi… ho la brutta abitudine di mettere fretta agli altri , me lo diceva anche il mio povero marito , quando mangiava non gli facevo nemmeno posare la forchetta che gli avevo già tolto il piatto , mi rimproverava sempre.”
Sono delle belle carte , i figli sono grandi e sistemati , il lavoro le da soddisfazione, ha una relazione duratura , ci sono passione e intesa , anche se è una storia clandestina , un po’ di tensione ultimamente per un’altra donna che si sta avvicinando troppo… è questo che l’ha portata da me.
Le racconto nel dettaglio il significato delle carte.
Ma non è soddisfatta, lo vedo .
“ Facciamo un giro solo sull’amore?”
“ Si cara… alla mia età sembra ridicolo , sono nonna e ho ancora le farfalle nello stomaco , ma quest’uomo è molto importante per me”.
Mischio di nuovo le carte .
Stop.
Destra.
Sinistra.
Centro.
“Questa volta mi sbilancio… facciamo destra.”
Ha proprio voglia di parlare.
Di raccontarsi.
Di raccontare a me.
Non faccio in tempo ad aprire bocca che prende la parola.
“ Vede cara , io me ne vergogno un po’ , ma a qualcuno devo dirlo , mi rendo conto che faccio una cosa sbagliata ma non so resistere.
Non avrei mai pensato di desiderare tanto un uomo , il mio povero marito è stato il primo e l’unico finché il buon Dio non l’ha chiamato a se , ci volevamo bene , ci rispettavamo , abbiamo avuto due figli , una vita serena , ma il sesso non era affatto una cosa interessante , sempre uguale , sempre rispettoso , lo facevo per dovere ecco.”
Mi imbarazza un po’ sentire le confessioni sessuali di questa signora , non ce la vedo in capriole focose , la lascio continuare annuendo di tanto in tanto.
“ I primi tempi dopo il matrimonio pensavo , “ migliorerà, sarò io che sono inesperta , non ci conosciamo bene “ per giustificare la situazione , erano altri tempi , mica conoscevamo il sesso come oggi , leggevamo romanzi pieni di fremiti e desideri che sfociavano in passione senza avere la minima idea di cosa fosse e come si manifestasse.
Io me lo aspettavo meglio.”
In effetti sono imbarazzata.
Ma non lo do a vedere.
Provo a incoraggiarla.
“ Luisa , non è l’unica che ha vissuto questa esperienza, soprattutto ricordi che non è una sua colpa , nelle coppie succede spesso , ma come lei mi ha detto amava suo marito nonostante il sesso non fosse eccellente “.
“ Eccellente? Io mi sarei accontentata di mediocre.. Aurora , cara , se avessi saputo prima quello che so oggi… non sarei rimasta 35 anni con quell’uomo.
Ho scoperto il sesso a 55 anni , se ne rende conto? Una vita buttata dietro al pudore.”
Sono imbarazzatissima.
“ Quando il mio povero marito si è ammalato ho ricevuto l’appoggio di molte persone , lui era di qui , conosciuto da tutti , una famiglia perbene , io invece vengo dalla Romagna , non ho parenti in zona , ho iniziato a frequentare la chiesa , sono sempre stata fedele , ma nello sconforto di quel momento ho cercato l’aiuto del buon Dio , la malattia mi spaventava , non sapevo cosa fare.”
Si rattrista , le vengono gli occhi lucidi.
Allungo una mano a cercare la sua.
Si lascia stringere e lo fa a sua volta.
“ La malattia spaventa tutti , ha fatto bene a cercare aiuto , è la cosa più giusta che poteva fare , è stata coraggiosa a non chiudersi in se stessa , nel suo dolore.”
“ Ho sempre trovato pace in chiesa , una tranquillità che non so spiegare , e cosi mi sono ritrovata ad andarci spesso , mi sedevo lì e mi lasciavo coccolare da quel calore paterno.
Ci passavo le ore , sola a pregare , e un giorno il parroco è venuto a sedersi accanto a me.
Non ha detto nulla , si è seduto in silenzio vicino a me.
Ho provato un grande sollievo in questo gesto , mi sono sentita meno sola.
Nei giorni a seguire la stessa cosa , io mi sedevo , poco dopo arrivava lui , e piano piano è diventato un rito , aspettavo il suo arrivo.
Era una costante gioiosa in un momento buio.”
Sorride… arrossisce , si tocca i capelli in modo civettuolo… vuoi vedere che…???
“ Aurora… faccio sesso con il prete .”
Lascia cadere la bomba senza avvisare.
Io sussulto , cazzo!!!
Vedendo la mia reazione arrossisce di nuovo , in modo più deciso.
Ma continua.
“ Non ci faccio solo sesso… noi ci amiamo , non è una cosa solo carnale , anche se la carne è tanta “
Ride mentre lo dice , soddisfatta di questa nuova ammissione.
“ Luisa…io non sono qui per giudicare , stia tranquilla .”
“Senta cara… a me del giudizio non importa nulla , so benissimo che sarà il buon Dio a giudicarmi nel momento del trapasso e ho accettato già da tempo questa cosa.
Io sono qui perché voglio raccontare a qualcuno la mia gioia , e mi creda , sono piena di gioia.”
Rido di gusto , scoppio in una fragorosa e contagiosa risata.
Lei mi segue .
“ Luisa , non ha idea di quanto sia raro incontrare persone felici , gioiose e vitali come lei .”
“ Grazie cara , ho sempre creduto nel potere del sorriso .
Le dicevo di Carlo… Don Carlo per l’esattezza , è più giovane di me di otto anni , è carismatico e affascinante, non bello ma piacente .
Ha girato il mondo seguendo delle missioni , e da circa tre anni è alla guida della mia parrocchia .
La nostra storia va avanti da quasi due , un crescendo di emozioni .
Come le raccontavo poco fa , all’inizio era solo una presenza confortante , sono passate settimane prima che ci parlassimo , e mesi prima che succedesse altro , solo dopo che il mio povero marito morì mi sentii pronta .
La prima volta che capii che non era solo del mio spirito che volevo si curasse fu dopo una giornata intensa , mio marito peggiorava , i medici non potevano fare molto e dopo qualche giorno in ospedale lo rimandarono a casa , ho dovuto trovare un’infermiere che mi aiutasse a casa , era sempre stato un uomo mite ma la malattia lo aveva reso cattivo , mi insultava perché non riuscivo a fargli le flebo , perché gli facevo male… io non sono pratica di aghi e punture , non ho dimestichezza con le persone malate , mi sentivo mortificata e incapace , andai in chiesa come sempre e dopo la consueta preghiera silenziosa, Carlo mi vide piangere , così mi invitò in canonica per un caffè.
Non era la prima volta che accadeva , c’erano stati altri caffè io avevo bisogno di sfogarmi e lui me lo lasciava fare , mi prendeva le mani e io mi sentivo a casa , mi abbracciava e io piangevo , mi accarezzava il viso e io tornavo a sorridere.
Quel giorno , in canonica non piansi , non mi sentivo più triste , sapevo che la fine di quel tormento era vicina e con un po’ di vergogna me ne sentivo sollevata , nell’abbraccio di quel giorno c’era rinascita e non so come finimmo per baciarci , senza imbarazzo , con trasporto , in un modo che io non avevo mai sperimentato.”
Il racconto si fa interessante…
“Ci interruppe il telefono , la badante di mio marito , non voleva mangiare , mi staccai da lui sorridendo senza una parola , niente scuse , niente da aggiungere , nessuno dei due aveva intenzione di tornare indietro.
Mio marito peggiorava , la badante se ne andò e arrivò l’infermiere , ma non avevo più tempo per le mie fughe consolatorie, erano gli ultimi giorni e dovevo stargli vicino.
Quando la fine arrivò la prima persona che suonò alla porta fu Carlo , era notte e i miei figli erano tornati a casa per dormire qualche ora , non ce la aspettavamo così rapida , pensavamo di avere ancora qualche giorno , e nell’attesa del loro ritorno io e Carlo ci tenemmo per mano .
Non voglio parlare di quei giorni confusi , la veglia , il funerale , le infinite condoglianze , ero triste ma non come avrei dovuto , ho pensato di essere una brutta persona e forse lo sono , ma non posso mentire , ero sollevata e anche curiosa di quello che sarebbe successo.
Tornai in chiesa solo dopo due settimane e dopo la preghiera in silenzio prendemmo il caffè.
Nella canonica silenziosa i nostri corpi si sono uniti in perfetto sincrono con cuore e spirito .”
Questa donna è innamorata sul serio.
Le brillano gli occhi , parla di un uomo non di un prete , parla del suo Carlo non di Don Carlo.
Continua raccontandomi il loro primo viaggio , il primo Natale insieme , le raccolte alimentari con la parrocchia e i progetti futuri , il tempo passa , sono due ore che sorride tra le parole .
Le squilla il telefono , parla col figlio e accetta l’invito a pranzo .
“ Vede cara , i miei figli si preoccupano che io non sia sola , mi invitano spesso e io accetto , adesso devo andare ma ci sentiamo presto , finalmente posso raccontare a qualcuno questa cosa e ho ancora molto da dire .”
Di nuovo civettuola!!!!!
“ Luisa , grazie per avermi scelta come sua confidente , volevo dirle di stare tranquilla , la donna che lei teme non ha speranza con Carlo , lui vede solo lei .”
“Lo so Aurora… lo so , ma avevo bisogno di trovare una scusa per giustificare il nostro incontro , a presto cara .” E mi abbraccia con affetto .
Resto di nuovo sola , apro il cassetto e penso a quei peccati senza cui la vita sarebbe solo tempo sprecato.
Poco importa che sia cioccolata o un uomo , l’importante è essere felici.
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